lunedì 27 giugno 2011

Edward Hopper - Gas

Edward Hopper - Gas (1940) New York. Museum of Modern Art


brano tratto da pagina 31 del ART Dossier (ed GIUNTI):
(...) esiste anche una certa tradizione critica che ha voluto vedere nella pittura di Hopper la registrazione dello squallore, della desolazione, della bruttezza dell'America; si tratta di una posizione forzata e forse anche superficiale. Dal confronto, infatti, tra le sue parole e le sue opere, emerge piuttosto un artista capace di vedere in una pompa di benzina in una strada periferica - penso al celebre Gas, del 1940 - o nella facciata continua che definisce una strada deserta come quella di Early Sunday Morning (1930) o perfino in un interno di albergo dimesso come Hotel Room (1931) un canto tutto americano alla vita di ogni giorno, alla vita dei singoli esseri, alle loro singole, spesso melanconiche storie, alla universale fragilità degli individui. Mai lo squallore, il degrado, l'orrore della condizione umana, quale la dipinsero tanti espressionisti, in America come in Europa, ma anche tanti regionalisti e perfino tanti pittori astratti. Casomai Hopper definisce la forza di una tradizione americana che risale fino ai solidi e pacati impianti dei dipinti di Mount e perfino di George Caleb Bingham. Una pittura che, pur nel suo radicamento culturale in una terra che imponeva una concretezza senza riscontro in Europa, aveva saputo appropriarsi dell'essenza geometrica della grande tradizione rinascimentale italiana per arrivare a realizzare icone senza tempo.

libro disponibile
per info, precisazioni o richieste: irtondo@hotmail.com

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