sabato 26 novembre 2011

Primavera di bellezza

Primavera di bellezza di Beppe Fenoglio (1985) Einaudi
prima edizione 1959



dalla quarta di copertina:
Quello che Fenoglio descrive è uno dei momenti della verità della vita italiana di questo secolo, e insieme la parabola esemplare di una presa di coscienza che vedrà Johnny tornare sulle colline di casa per combattere finalmente la "sua" guerra.
Ma il valore intatto del libro non sta soltanto nella forza della testimonianza. Quel che rende inconfondibile la pagina di Fenoglio è l'originale tensione espressiva, l'incisività di un lingueggio che non esita a forgiare strumenti nuovi, sospinto dalla stessa urgenza del dire che in quegli anni avrebbe prodotto le grandi pagine del Partigiano Johnny e di Una questione privata.

brano tratto da pagina 5/6:
Quel sergente aggredì le reclute. "Scattare, svegliarsi. Occhi aperti e orcchie dritte. Siamo nell'esercito, qui, mica nella Gioventù Italiana del Littorio."
"Voglio sperarlo, sergente", disse calmo un meridionale, avanzando il suo profilo berbero.
Il sergente fece dietrofront per urlargli sulla bocca di tacere.
Il vecchio fante sogghignò. "Vi spiego perché vi maltratta così. Doveva diventare signor ufficiale come voi. Ma al corso, al vostro corso, l'hanno bocciato ed è diventato soltanto sergente. Metà di voi faranno la sua fine. Moana è un mattatoio."
Si ricoprirono, percorsero una fuga di stanzoni arredati solo dal puzzo ammoniacale dell'antica truppa, attualmente disseminata, sopra o sotto terra, su di un fronte imperiale, e riuscirono nello sconfinato cortile. Una decina di uomini stavano vestendosi di grigioverde nell'aria polare: li vigilava un soldato paffuto, gli occhi e il moschetto rivolti verso terra, si muoveva con l'indolenza felina del tiratore di stocco. Gli altri erano biondastri e legnosi, con quadri toraci implumi, occhi grigiazzurri tardi e fanatici, si vestivano con estrema lentezza, con ripugnanza. Spuntò un altro fante ai servizi, la giubba sbottonata e i calzoni retti da una sciarpa variopinta alla moda dei carrettieri, gloriosamente fuori ordinanza. "Quelli?" disse tra i denti. "Sono slavi, schiavoni, gentaglia di Tito che noi abbiamo reclutato di forza laggiù e ora vestiamo. Guardateli bene negli occhi. Potessero, ci sbranano, si cibano dei nostri testicoli. Pagherei per vederne uno fare una mossa falsa e il nostro soldato col moschetto farlo secco. Sigarette d'avanzo per il nonno, ragazzi?"


libro non disponibile avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Sasso Marconi
per info, precisazioni o richieste: irtondo@hotmail.com
contatti biblioteca: 051/840872 - biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it

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