tag:blogger.com,1999:blog-90111426905960720272024-03-13T13:52:40.253-07:00biblioteca dal 1915 al 1950raccolta di titoli e di impressioni del periodo che ha portato alla seconda guerra mondiale e all'era moderna.L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.comBlogger37125tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-57809942424147241252012-08-29T13:49:00.001-07:002012-08-29T13:49:45.959-07:00Die Flucht ohne Ende <div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<strong><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Die Flucht ohne Ende</span> (</strong>it. Fuga senza fine<strong>)</strong> di Joseph Roth (2010) Adelphi</div>
prima edizione 1964<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJkqNQUDvSp1pBlfEiDVN9_NLdHkiKB9cvY-oCSP2dnbjQ7ANi_5Qas_0nJBt403P7RcXQoE2WOCO5Pa9-En2BIHGKvcSx4qOk7OS3vlFF95wakx_v-5eW3DlvzMMbLIEiKnLB3tqnZsJt/s1600/rot.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJkqNQUDvSp1pBlfEiDVN9_NLdHkiKB9cvY-oCSP2dnbjQ7ANi_5Qas_0nJBt403P7RcXQoE2WOCO5Pa9-En2BIHGKvcSx4qOk7OS3vlFF95wakx_v-5eW3DlvzMMbLIEiKnLB3tqnZsJt/s320/rot.jpg" width="205" /></a></div>
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<strong>dalla premessa:</strong><br />
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Nelle pagine seguenti racconterò la storia del mio amico, compagno d'armi e di idee, Franz Tunda.</div>
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Seguirò in parte i suoi appunti, in parte quel che mi ha raccontato.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Non ho inventato né aggiustato nulla. Ormai non si tratta più di 'creare'. L'essenziale è ciò che si è osservato.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
(Joseph Roth - Parigi marzo 1927)</div>
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<strong>brano tratto da pagina 109:</strong></div>
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Era il momento in cui i letterati, gli attori, i registi cinematografici, i pittori facevano di nuovo soldi. Era il periodo successivo alla stabilizzazione del marco tedesco, in cui si aprivano nuovi conti in banca, in cui perfino i periodici più radicali recavano inserzioni ben pagate e gli scrittori radicali guadagnavano scrivendo sui supplementi letterari dei giornali borghesi. Il mondo era già consolidato al punto che le terze pagine potevano anche essere rivoluzionarie. Si era così lontani dalla guerra civile che gli scrittori rivoluzionari guardavano ai processi e alle procure della repubblica con un certo divertimento e accoglievano le loro minacce come dei complimenti amichevoli.</div>
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<span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div>
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per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a></div>
L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-88343477047473103992012-08-29T13:27:00.001-07:002012-08-29T13:27:17.382-07:00Full of life<strong>Full of life </strong>(it. idem)<strong> </strong>di John Fante (1998) Fazi Tascabili<br />
prima edizione 1952<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglAWRL9i3umDrV-A7z2kQ6BQoXF4eVp3Nf5o6XmoI3fjMcNQRJDOxFIW18b7CojpmUyYVS6gSRzn2rBmyg3NXN3pr2yn2QyqeQA7Iov7J8EZLISGmd5z5ogtFq6foOn_6TXdpDUYUKv5DZ/s1600/full-of-life.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglAWRL9i3umDrV-A7z2kQ6BQoXF4eVp3Nf5o6XmoI3fjMcNQRJDOxFIW18b7CojpmUyYVS6gSRzn2rBmyg3NXN3pr2yn2QyqeQA7Iov7J8EZLISGmd5z5ogtFq6foOn_6TXdpDUYUKv5DZ/s200/full-of-life.jpg" width="131" /></a></div>
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<br />
<strong>dalla seconda di copertina:</strong> <br />
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"<em>La storia di un uomo e di sua moglie, di come diventano genitori di un bellissimo bambino...</em>", questa, per usare le parole di Fante in una lettera alla madre, l'idea portante di Full of life.</div>
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Ma come in tutti i romanzi del grande narratore americano, è molto difficile riassumere in un plot le invenzioni, l'ironia, le meraviglie della sua scrittura: si può solo goderne il divertimento e la forza che la ispirano. Pubblicato nel 1952 e qualche anno dopo adattato per il cinema, è il libro più comico e autobiografico scritto da John Fante, il suo ultimo romanzo prima del lungo silenzio durato oltre venticinque anni.</div>
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<strong>brano tratto da pagina 55:</strong></div>
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<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Mio padre, comunque, era un esperto viaggiatore ferroviario. Aveva fatto la sua esperienza nel 1910, da New York al Colorado, effettuando la traversata in un vagone. E non era stato il suo ultimo viaggio con quel mezzo. Tre anni dopo, da solo, si era imbarcato su un treno a scartamento ridotto da Denver a Boulder, coprendo una distanza di trenta miglia. Successivamente, aveva fatto la gita in luna di miele a Colorado Springs con la mamma. Con una tale esperienza alle spalle, dava mostra di una ammirevole confidenza con la ferrovia. Ora frequentemente, due o tre volte all'anno, saltava su un locale di Sacramento per andare alla capitale dello stato e ritorno. I treni non rappresentavano alcuna fonte d'ansia per quell'uomo.</span></span></span></span></div>
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Il treno per Los Angeles - il West Coaster - partiva da Sacramento alle sei di sera. A colazione decidemmo di prendere quello successivo. Chiesi in prestito la macchina a mio cognato e andai in città per organizzare tutto. Cancellai le prenotazioni dell'aereo e presi dei posti sul West Coaster di quella sera. Il treno era quasi tutto occupato, ma riuscii a trovare delle cuccette per noi sulla carrozza di prima classe.</div>
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<span style="color: red;"><strong><span style="color: #274e13;"><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
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<span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Sasso Marconi </span></div>
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per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>
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contatti biblioteca: 051/840872 - <a href="mailto:biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it">biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it</a> </div>
</div>
</span></strong></span></div>
L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-15372466302621781322012-08-29T12:47:00.000-07:002012-08-29T12:47:10.372-07:00The Hare with Amber Eyes. A Hidden Inheritance<strong>The Hare with Amber Eyes. A Hidden Inheritance </strong>(it. Un'eredità di avorio e ambra)<strong> </strong>di Edmund deWaal (2012) <br />
Bollati Boringhieri<br />
prima edizione 2010<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS0WFOCzfOWcSJUQj-_qGoo2OovjxTW72TmWhUfRaxMLjUCSqPNNynNYVdMEvxRBvLhBjJ_YvwutMTXvfx8z7LIMP4kk_mf8AAI9wyqUemVezZUvGcMgAu5owgjzM54A0aTr0wwWSMDld6/s1600/eredita-di-avorio-e-ambra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS0WFOCzfOWcSJUQj-_qGoo2OovjxTW72TmWhUfRaxMLjUCSqPNNynNYVdMEvxRBvLhBjJ_YvwutMTXvfx8z7LIMP4kk_mf8AAI9wyqUemVezZUvGcMgAu5owgjzM54A0aTr0wwWSMDld6/s320/eredita-di-avorio-e-ambra.jpg" width="209" /></a></div>
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<strong>dalla seconda di copertina:</strong> <br />
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Un'elegante vetrina nella casa londinese di Edmund deWaal contiene 264 sculture giapponesi di avorio, o legno, non più grandi di una scatola di fiammiferi, raffiguranti divinità, personaggi di ogni tipo, animali, piante. La vetrina è aperta e i piccoli figli di deWaal possono estrarre i netsuke - così si chiamano i minuscoli oggetti - e giocarci. Come facevano, ha scoperto l'autore, i piccoli figli di Viktor e Emmy von Ephrussi, suoi bisnonni, nel boudoir della madre, in un fastoso palazzo viennese della RingStrasse, un secolo fa...</div>
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<br /></div>
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<strong>brano tratto da pagina 316:</strong></div>
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<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Per i sopravvissuti, ottenere la restituzione dei beni è impresa ardua, come si evince da un imbarazzato dialogo nel romanzo di Elisabeth, quando il collezionista Kanakis nota "<em>due quadri scuri racchiusi in pesanti cornici, appesi alla parete di fronte alla poltrona su cui è seduto, e un lieve sorriso gli increspa il viso</em>".<br />"<em>Riconosce davvero quei dipinti?</em>" esclama il nuovo proprietario. "<em>Appartenevano in effetti, a qualcuno che la sua famiglia conosceva di certo, il barone E. Può darsi che li abbia visti nella sua casa. Purtroppo il barone è morto all'estero, in Inghilterra, credo. Gli eredi, dopo aver recuperato quanto possibile, tra i suoi beni, hanno venduto tutto. Immagino che non sapessero che farsene, di roba démodé nelle loro abitazioni moderne. Li ho acquistati all'asta, come la maggior parte dei pezzi che vede in questa stanza. Tutto alla luce del sole e nel rispetto della legge, mi capisce. Gli oggetti di questo periodo sono ormai poco richiesti</em>".<br />"<em>Non c'è bisogno di scusarsi Herr Doktor</em>" replica Kanakis. "<em>Posso solo farle i miei complimenti per i buoni affari che ha concluso</em>".</span></span></span></span></div>
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<br /></div>
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<span style="color: red;"><strong><span style="color: #274e13;">libro disponibile</span> </strong></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="color: red;"><span style="color: black;">per info, precisazioni o richieste:</span> <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a><strong> </strong></span></div>
</div>
L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-55762099837114785492012-02-11T07:20:00.000-08:002012-02-11T07:22:58.910-08:00Ask the dust<strong>Ask the dust </strong>(it. Chiedi alla polvere)<strong> </strong>di John Fante (2003) Gruppo Editoriale L'Espresso<br />
prima edizione 1939<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJOMdwClJpI66S9XMOXIdVChWev4xFvFqUStG83hDUnbVgwcEEYZYMMm15o4exU-ALoYIVxV4804ZxWqvpa05yH8CTt9iqrbe0wwVei2PBDL-rPHkYu8yCWG2A-S0YYyMHf1JJZ3pn9uxP/s1600/image_book.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJOMdwClJpI66S9XMOXIdVChWev4xFvFqUStG83hDUnbVgwcEEYZYMMm15o4exU-ALoYIVxV4804ZxWqvpa05yH8CTt9iqrbe0wwVei2PBDL-rPHkYu8yCWG2A-S0YYyMHf1JJZ3pn9uxP/s1600/image_book.jpg" /></a></div><br />
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<strong>dall'introduzione:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Inetto e narcisista, poverissimo e spendaccione, bigotto e inconcludente, Arturo Bandini passa la sua vita di ventenne a Los Angeles, chiuso nella stanza di un alberghetto di infimo ordine dove scrive ostinatamente racconti sognando di diventare un grande scrittore. Ma a un certo punto nell'esistenza di questo bruno americano di genitori italiani fa irruzione un'ancor più bruna americana di genitori messicani, Camilla Lopez, che lo invischia in un disperato e non ricambiato amore. Arturo si dibatte fra mille incertezze e autoflagellazioni, fra repentine gioie e abissali dolori, sempre sostenuto però da un'incrollabile fede nel proprio talento letterario, che gli fa trasformare qualsiasi cosa gli capiti in materia di racconto, e quindi di autoesaltazione. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 33:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Nella cassetta delle lettere trovai una lettera di Hackmuth. Capii subito che era sua. Avrei potuto riconoscerle a un chilometro di distanza, le sue lettere. Mi procuravano sempre delle strane sensazioni e questa volta mi parve che un ghiacciolo mi scivolasse lungo la spina dorsale. La signora Hargraves me la porse e io gliela strappai di mano. «<em>Buone notizie?</em>» mi domandò. Ero molto in arretrato con l'affitto. «<em>Non si può mai dire</em>» le risposi. «<em>Comunque, chi me la scrive è un grand'uomo. Anche se mi mandasse dei fogli bianchi, per me sarebbe ugualmente una buona notizia.</em>» Però sapevo che non poteva esserlo nel senso che intendeva lei, perché non avevo inviato alcun racconto al potente Hackmuth. Questa doveva essere la risposta alla mia lunga lettera di qualche giorno prima. Che tipo sollecito, quell'Hackmuth. Era sorprendente la sua rapidità. Non si faceva in tempo a infilare una lettera nella cassetta della posta, giù all'angolo, che già si riceveva la risposta. Ma, ahimè, le sue lettere erano molto brevi. Gli avevo scritto quaranta pagine e lui mi mandava un biglietto. C'era il pregio che si potevano imparare a memoria. Aveva personalità, quell'Hackmuth, e uno stile tutto suo, e soprattutto aveva tanto da dare che persino le virgole e i due punti trasmettevano un loro messaggio.</span></span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong><span style="color: #274e13;">e-book disponibile</span> </strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><span style="color: black;">per info, precisazioni o richieste:</span> <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a><strong> </strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-90576122274816666182012-02-11T07:01:00.000-08:002012-02-11T07:01:09.246-08:00Le malentendu<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><strong><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">Le malentendu</span> (</strong>it. Il malinteso<strong>)</strong> di Irène Némirovsky (2010) Adelphi</div>prima edizione 1926 (su rivista), 1930 (su volume)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBCqzkFg0jC4ldu7EyFiVyBvRdEUo0di2GXACz12as_WxBYemwzt70gAwuicBW_MZgMvQf4xfcym2XU9fvdZc4kM-CZ6GkcR6h1HPfqAChaY93VwSAcejpJ1q6M3HE1CcMInp9SUng-ch3/s1600/public_recensioni_immagini_462_Il_malinteso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBCqzkFg0jC4ldu7EyFiVyBvRdEUo0di2GXACz12as_WxBYemwzt70gAwuicBW_MZgMvQf4xfcym2XU9fvdZc4kM-CZ6GkcR6h1HPfqAChaY93VwSAcejpJ1q6M3HE1CcMInp9SUng-ch3/s320/public_recensioni_immagini_462_Il_malinteso.jpg" width="195" /></a></div><br />
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<strong>dalla nota finale di Olivier Philipponnat:</strong><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">(...) si apre su uno scenario familiare: lo stesso che fa da sfondo alle ultime vacanze trascorse dalla scrittrice insieme al marito e alle figli a Hendaye, nell'agosto del 1939, proprio in una di quelle "<em>case in finto stile basco</em>" immerse in un "<em>profumo di cannella e di aranci</em>", a due passi dalla spiaggia di "<em>sabbia calda</em>". Si ha quasi l'impressione che di lì a poco, sotto quel "<em>cielo d'agosto</em>", scoppierà come una bomba la notizia del patto di non aggressione tra Russia e Germania, che manderà in fumo tutte le speranze della scrittrice di ottenere finalmente la cittadinanza francese... E come suona strana l'ultima frase dell'amante...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 114/115:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div><div class="separator" style="clear: both;">Yves era seduto sul divano di velluto rosso del Perroquet insieme ai Jessaint, alla signora Franchevielle e a una coppia di loro amici inglesi, i Clarkes - lui agile, magro e con i capelli rossi; lei di un biondo cenere tendente al grigio, alta, ossuta, con braccia muscolose e abbronzate da giocatrice di tennis, movimenti bruschi e sgraziati , e una voce stridula da uccello.</div><div class="separator" style="clear: both;">Di passaggio a Parigi, e arrivati il giorno prima da Londra, osservavano il Perroquet con l'ingenuo entusiasmo degli stranieri che nella foga della loro ammirazione confondono il Louvre con gli omonimi grandi magazzini, Notre Dame con i locali di Pigalle.</div><div class="separator" style="clear: both;">Quella sera il Perroquet era affollato. D'altronde lo spettacolo era piacevole, la sala più grande di quanto nonm lo siano di solito questo genere di posti, con il soffitto alto, spaziosa e ben areata, e le signore - era ancora relativamente presto - si muovevano più o meno a loro agio tra le pareti decorate di pappagallini variopinti. </div><div class="separator" style="clear: both;">Sembravano tutte affascinanti quelle signore... ma da lontano, anzi da molto lontano; da vino, invece si rimaneva sbalorditi vedendole così brutte, a parte qualche rara eccezione, così avvizzite sotto il belletto, con i piedi martoriati da scarpe troppo strette, la schiena flaccida, le braccia chiazzate nonostante lo strato di cipria che le ricopriva.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-69466536798090348882012-01-29T05:17:00.000-08:002012-01-29T05:18:38.134-08:00Le donne dei campioni<strong>Le donne dei campioni </strong>di Beppe Conti (2008) editoriale Armenia<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjxKb0gq9UR16ByX826hY1ot4sJ0VOSlyb0A3byQOjPCsaxzCFAkCVHAZIYGp5agUclWFXy1Ar-LujD2jKOo0u2Ng5fAWyKEAHwVT6QUWUE6bVVYSz8HWGISt5DwUt6ekMCIxtjCz0sTh1/s320/beppeconti.jpg" width="212" /></div><br />
<strong>dalla prefazione:</strong> <span style="font-size: medium;"></span><br />
<span style="font-size: medium;"><div align="JUSTIFY">Donne e campioni, donne speciali, donne che hanno lasciato il segno, donne che hanno scritto pagine importanti e curiose, drammatiche o struggenti, non soltanto nella storia dello sport, ma addirittura in quella del nostro costume. </div>Sette donne che raccontano anche, forse loro malgrado, la storia del ciclismo in differenti epoche. Sette personaggi davvero unici nel loro genere, per una lettura che si spera risulti piacevole e ricca di aneddoti e di significati. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 32:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Il terzo dei fratelli, invece, Charles Pelissier, aveva quattordici anni in meno di Henri ed era forse il più bello e simpatico, sempre sorridente, capelli lunghi e neri con tanta brillantina, tirati indietro, idolo delle donne non solo in Francia. Lo chiamavano Brummel, per la sua innata eleganza, ed era un grande velocista che duellava in maniera furiosa con Learco Guerra agli arrivi di tappa del Tour de France.<br />
Nel 1930, in un Tour davvero storico, il primo per squadre nazionali, Charles vinse ben otto tappe, le ultime quattro consecutivamente. Un record che avrebbe poi eguagliato Eddy Merckx. E oltre a vincerle, le tappe allo sprint, Charles seppe anche aiutare André Leducq ad aggiudicarsi la corsa francese, orchestrando la caccia a Learco Guerra, leader della nazionale italiana, andato all’attacco sulle Alpi, nella frazione di Evian.<br />
Learco Guerra, muratore mantovano generoso e spettacolare, attaccò il leader Leducq dopo una caduta e una foratura di quest’ultimo. Era la prassi. Semplice ed efficace il motto di quel ciclismo: «La corsa è corsa, pietà l’è morta».<br />
Come dire che valeva tutto, compresi certi colpi proibiti. Le telecamere e le moviole erano ancora lontanissime, non appartenevano a quella vita.<br />
Alfredo Binda, il più grande campione dell’epoca sul finire degli anni Venti, in quel Tour de France s’era già ritirato. E non ci sarebbe più tornato. Non aveva neppure disputato il Giro d’Italia in quell’estate del 1930, il Binda. L’avevano pagato perché stesse a casa, 22.500 lire per non correre, perché altrimenti essendo così forte avrebbe tolto interesse alla manifestazione. Non è mai più accaduto nella storia del Giro d’Italia. Learco Guerra dunque sulle Alpi va all’assalto dei francesi con Vicente Trueba, la mitica Pulce dei Pirenei. E stava per far saltare il banco. Ma aveva pochi amici al fianco, mentre i padroni di casa trovarono una straordinaria unità d’intenti, tirando in ballo la patria, l’amore per la bandiera e via discorrendo. E per ben 75 chilometri diedero la caccia furiosa a Guerra e agli altri. Un gesto che i giornali misero in grande evidenza. Elogiando non solo Leducq ma anche l’abnegazione di un velocista come Charles Pelissier.<br />
Lo chiamavano Charlot, era popolarissimo in quei primi anni Trenta, amico del principe Umberto di Savoia, il futuro re d’Italia, amico di Maurice Chevalier e Tino Rossi, di pittori come Vlaminck e Segonzac, di attrici e cantanti come Mistinguette. Charles aveva una moglie devota che viveva nel culto nel personaggio del marito, a lui fedele per sempre, una sua ammiratrice che per lui si sacrificava giorno e notte, venendo ricambiata.<br />
Si chiamava Madeleine...</span></span></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong><span style="color: #274e13;">e-book disponibile</span></strong><span style="color: black;"> </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-38160915812476127572012-01-17T08:50:00.000-08:002012-01-17T08:50:46.411-08:00Les chiens et les loups<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 10pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><strong><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Les chiens et les loups</span> (</strong>it. I cani e i lupi<strong>)</strong> di Irène Némirovsky (2011) Adelphi</div>prima edizione 1940<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlwykjbOqFObB4Aq_S9ggWPRQrEUZfc3NidmwrHJrEq71pOtPBLnyhu36rUTIHukb7z7L0eLaMnir6AltlJ67ml70ACNflpaG-HbqsfqGxC0zdzmkjrEJ9cwMsZ3rmfAJsSCUmW5E7Wl6m/s1600/copj13_09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlwykjbOqFObB4Aq_S9ggWPRQrEUZfc3NidmwrHJrEq71pOtPBLnyhu36rUTIHukb7z7L0eLaMnir6AltlJ67ml70ACNflpaG-HbqsfqGxC0zdzmkjrEJ9cwMsZ3rmfAJsSCUmW5E7Wl6m/s320/copj13_09.jpg" width="199" /></a></div><br />
<strong>dalla terza di copertina:</strong><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<i>Erano in una delle strade più ricche e tranquille della città, costeggiata da ampi giardini. Qui tutto spirava pace. Con ogni probabilità i residenti della zona ignoravano ciò che accadeva vicino al fiume. Nessun cosacco era venuto a turbare la loro quiete; chissà, forse contemplavano la confusione e l'orrore del ghetto come a teatro, con quel piccolo brivido superficiale che coglie lo spettatore di un dramma, subito rasserenato da una confortante certezza: "A me questo non succederà mai. Mai.</i>" </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 146/147:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div><div class="separator" style="clear: both;"><i>"E come donna," </i>chiese Harry continuando ad accarezzare distrattamente i capelli della moglie <i>"come donna la trovi attraente?"</i></div><div class="separator" style="clear: both;">Laurence esitò, divisa tra un'istintiva avversione nei confronti di Ada e il desiderio di essere leale, il che le ispirò una giusta osservazione: </div><div class="separator" style="clear: both; font-style: italic;">"È difficile definirla una donna..."</div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-style: italic;">"Si è vero, è proprio così!" </span>esclamò a un tratto Harry.<i> "Mi domandavo in che cosa fosse diversa dalle altre: non ha assolutamente nulla di femminile... Si direbbe una bambina... Tu cara Laurence, se domani naufragassi su un'isola deserta, passato il primo momento di sconforto, andresti in cerca di piume e conchiglie per farti bella - e lo faresti per me, se io fossi con te, o in memoria, se fossi morto".</i></div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-style: italic;">"Certo. E per fortuna!" </span>replicò Laurence. <i>"Queste ragazze, queste straniere, non hanno né civetteria, né senno, né cuore".</i></div><div class="separator" style="clear: both; font-style: italic;">"Tu dici, mia cara?".</div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-style: italic;">"Ambizione, quella si" </span>continuò Laurence con un insolito accento di irritazione.<i> "Ha una specie di modestia, fondata sull'insolenza che trovo insopportabile".</i></div><div class="separator" style="clear: both;">Harry la respinse leggermente e prese una sigaretta, accendendola con applicazione.</div><div class="separator" style="clear: both; font-style: italic;">"Non credo" disse infine "che questa modestia sia del tutto finta. Io ci vedo più che altro una profonda sfiducia in sé stessa e nel prossimo".</div><div class="separator" style="clear: both; font-style: italic;">"Perché siducia? La riceviamo, la trattiamo da pari a pari. Perché meritiamo la sua sfiducia? È ingiusto".</div><div class="separator" style="clear: both; font-style: italic;">"Non bisogna dimenticare le particolari condizioni della sua vita... La povertà, la solitudine e insieme la consapevolezza di essere, se non al di sopra degli altri, almeno su un piano diverso, che dà il talento a qualunque creatura abbia la sfortuna di esserne dotata. Io vorrei aiutarla, Laurence. Occorrerebbe farla conoscere. Una sera dovremmo dare un piccolo ricevimento in suo onore".</div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-style: italic;">"Qui?" </span>chiese la moglie guardandolo.</div><div class="separator" style="clear: both; font-style: italic;">"Certo, qui".</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-84810710909003954372011-12-26T01:25:00.000-08:002011-12-26T01:25:25.309-08:00The Moon is Down<strong>The Moon is Down </strong>(it. La luna è tramontata)<strong> </strong>di John Steinbeck (1962) Oscar Mondadori<br />
prima edizione 1942<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-SZ0ewP1Wc90/Tvg8lBxOkII/AAAAAAAAAEY/oQHPp9zqwXE/s1600/fitz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-SZ0ewP1Wc90/Tvg8lBxOkII/AAAAAAAAAEY/oQHPp9zqwXE/s320/fitz.jpg" width="184" /></a></div><br />
<strong>dalla seconda di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">L'insopprimibile anelito alla libertà, la volontà di un popolo che non si lascia asservire dal nemico, questo è l'assunto de La luna è tramontata. Passata la sorpresa, superato il primo momento di sbigottimento, il paese conquistato reagisce, organizza la riscossa. (...) Scritto in giorni di estremo pericolo per la civiltà, La luna è tramontata trascende la cronaca; non si parla di Norvegia e di tedeschi, si chiamano invece in causa alcuni motivi fondamentali dell'uomo che alla violenza oppone la violenza, che al tradimento oppone l'odio più feroce e più deciso, che intende riscattare a tutti i costi la propria libertà. Motivi così profondi e perenni fanno di quest'opera di Steinbeck non un libro d'occasione, ma un'opera d'arte valida in ogni tempo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 89:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Alle undici la neve cadeva pesantemente a grossi fiocchi soffici e il cielo era completamente invisibile. La gente andava e veniva tra la neve che cadeva, e la neve si ammonticchiava dinanzi alle porte, sulla statua della piazza e sulla minuscola ferrovia dalla miniera al porto. La neve si ammonticchiava e i vagoncini slittavano sulle rotaie sotto la spinta. E sulla città incombeva un'ombra ch'era ancor più cupa della nuvola, e sulla città incombeva una tetraggine immensa e un odio gelido e crescente. La gente non si soffermava a lungo per le strade, ma varcava le soglie, le porte si chiudevano e sembrava che vi fossero occhi a spiare dietro le tendine, e quando i militari passavano per la strada o quando la ronda percorreva il corso, gli occhi si appuntavano sulla pattuglia, freddi e tetri. E nelle botteghe la gente entrava a comperare qualcosa da mangiare a colazione e chiedeva la merce, la otteneva, pagava e se ne andava senza nemmeno scambiare il buongiorno con il negoziante.</span></span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Sasso Marconi </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">contatti biblioteca: 051/840872 - <a href="mailto:biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it">biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it</a> </div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-55221695604387438592011-11-26T05:46:00.000-08:002011-11-26T05:46:14.523-08:00La "law of levels di Kracauer<strong>Micro e macrostoria </strong>di Carlo Ginzburg<br />
(...) Dapprima "microstoria" sembra essere per lui un mero sinonimo di "ricerca monografica". Ma il paragone tra "microstoria" e primo piano cinematografico (close-up) (ovvio da parte dell'autore di <em>From Caligari to Hitler</em>) introduce elementi nuovi. Kracauer osserva alcune ricerche di carattere specifico, come per esempio quelle di Hubert Jedin sui concilii di Costanza e di Basilea, possono modificare le visioni di insieme tracciate dalla macrostoria. Dobbiamo dunque concludere, con Aby Warburg, che "<em>Dio è nel particolare</em>"? Questa è la tesi sostenuta da "due grandi storici" come (l'accostamento proposto da Kracauer è significativo) il Tolstoj di <em>Guerra e Pace</em> e sir Lewis Namier. Ma nonostante la simpatia manifestata per queste posizioni, Kracauer riconosce che esistono fenomeni afferrabili soltanto attraverso una prospettiva macroscopica. Ciò significa che la conciliazione fra macro e microstoria non è affatto scontata (come ritiene invece, a torto, Toynbee). E tuttavia essa va perseguita. Secondo Kracauer, la soluzione migliore è quella seguita da Marc Bloch nella <em>Société féodale</em>: un continuo andirivieni tra micro e macrostoria, tra close-ups e campi lunghi o lunghissimi (extreme long shots), tale da rimettere continuamente in discussione la visione complessiva del processo storico attraverso eccezioni apparenti e cause di breve periodo. Questa prescrizione metodologica sfociava in un'affermazione di natura decisamente ontologica: la realtà è fondamentalmente discontinua ed eterogenea. Pertanto nessuna conclusione raggiunta a proposito di un determinato ambito può essere trasferita automaticamente a un ambito più generale (è quella che Kracauer chiama "law of levels").<em> </em><br />
<div style="text-align: right;"><br />
</div><div style="text-align: left;">pubblicata su Il filo e le tracce (vero falso finto)<br />
Feltrinelli nel 2006</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><span style="color: #274e13;"><strong><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Sasso Marconi </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">contatti biblioteca: 051/840872 - <a href="mailto:biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it">biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it</a> </div></div></strong></span>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-70910589177214741242011-11-26T05:33:00.000-08:002011-11-26T05:34:11.765-08:00Primavera di bellezza<strong>Primavera di bellezza </strong>di Beppe Fenoglio (1985) Einaudi <br />
prima edizione 1959<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKpowsxqwIC8x4EXh9X1EYSg1mUT_mBlBU9OfATx7QTUaMU6EcJyao5IUVO5zXClR28oHLOlMYG2t6Na6ZWAmcG-H_b14-Re74QE-n21HkSRttMFaY1f6sU7vex04xoOClw8xVI26Tzlja/s1600/feno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKpowsxqwIC8x4EXh9X1EYSg1mUT_mBlBU9OfATx7QTUaMU6EcJyao5IUVO5zXClR28oHLOlMYG2t6Na6ZWAmcG-H_b14-Re74QE-n21HkSRttMFaY1f6sU7vex04xoOClw8xVI26Tzlja/s1600/feno.jpg" /></a></div><br />
<strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Quello che Fenoglio descrive è uno dei momenti della verità della vita italiana di questo secolo, e insieme la parabola esemplare di una presa di coscienza che vedrà Johnny tornare sulle colline di casa per combattere finalmente la "sua" guerra.</div>Ma il valore intatto del libro non sta soltanto nella forza della testimonianza. Quel che rende inconfondibile la pagina di Fenoglio è l'originale tensione espressiva, l'incisività di un lingueggio che non esita a forgiare strumenti nuovi, sospinto dalla stessa urgenza del dire che in quegli anni avrebbe prodotto le grandi pagine del Partigiano Johnny e di Una questione privata.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 5/6:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Quel sergente aggredì le reclute. "<em>Scattare, svegliarsi. Occhi aperti e orcchie dritte. Siamo nell'esercito, qui, mica nella Gioventù Italiana del Littorio.</em>"<br />
"<em>Voglio sperarlo, sergente</em>", disse calmo un meridionale, avanzando il suo profilo berbero.<br />
Il sergente fece dietrofront per urlargli sulla bocca di tacere.<br />
Il vecchio fante sogghignò. "<em>Vi spiego perché vi maltratta così. Doveva diventare signor ufficiale come voi. Ma al corso, al vostro corso, l'hanno bocciato ed è diventato soltanto sergente. Metà di voi faranno la sua fine. Moana è un mattatoio.</em>"<br />
Si ricoprirono, percorsero una fuga di stanzoni arredati solo dal puzzo ammoniacale dell'antica truppa, attualmente disseminata, sopra o sotto terra, su di un fronte imperiale, e riuscirono nello sconfinato cortile. Una decina di uomini stavano vestendosi di grigioverde nell'aria polare: li vigilava un soldato paffuto, gli occhi e il moschetto rivolti verso terra, si muoveva con l'indolenza felina del tiratore di stocco. Gli altri erano biondastri e legnosi, con quadri toraci implumi, occhi grigiazzurri tardi e fanatici, si vestivano con estrema lentezza, con ripugnanza. Spuntò un altro fante ai servizi, la giubba sbottonata e i calzoni retti da una sciarpa variopinta alla moda dei carrettieri, gloriosamente fuori ordinanza. "<em>Quelli?</em>" disse tra i denti. "<em>Sono slavi, schiavoni, gentaglia di Tito che noi abbiamo reclutato di forza laggiù e ora vestiamo. Guardateli bene negli occhi. Potessero, ci sbranano, si cibano dei nostri testicoli. Pagherei per vederne uno fare una mossa falsa e il nostro soldato col moschetto farlo secco. Sigarette d'avanzo per il nonno, ragazzi?</em>"</span></span></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Sasso Marconi </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">contatti biblioteca: 051/840872 - <a href="mailto:biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it">biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it</a> </div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-11149777497401873842011-11-01T02:47:00.000-07:002011-12-26T00:26:02.697-08:00L'universo di Margherita<strong>L'universo di Margherita </strong>di Simona Cerrato e Margherita Hack (2011) editoriale Scienza<br />
prima edizione 2006<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-pta9Avd08M8/TvgqdvZnZSI/AAAAAAAAAEM/V_rqIEBc524/s1600/3497.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-pta9Avd08M8/TvgqdvZnZSI/AAAAAAAAAEM/V_rqIEBc524/s320/3497.jpg" width="237" /></a></div><br />
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<strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La storia della vita della più nota astrofisica italiana raccontata ai giovani con la spontaneità, la passione e l'impegno che hanno caratterizzato tutte le sue scelte. "<em>La curiosità ha dato origine alla scienza. Dapprima la curiosità era mossa dalla necessità: esplorare la natura per soddisfare i bisogni di base. na volta soddisfatti questi ultimi, ecco la curiosità per la curiosità, per il desiderio di capire, di individuare le ragioni di tutto ciò che accade intorno a noi.</em>" </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 31/32/33:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Harlow Shapley aveva da poco scoperto che il Sistema solare si trova in una posizione periferica di un braccio di una galassia a spirale</span></span></span></span>. Erano passati pochi anni da quando Edwin Hubble aveva dimostrato che la nostra galassia, la Via Lattea, è solo una delle centinaia di migliaia di altre galassie, vere e proprie città di stelle, che popolano l'Universo. Soltanto due anni prima che cominciassi l'università, nel 1938, Hans Bethe aveva elaborato la sua teoria sulla fusione nucleare nelle stelle, fornendo la nspiegazione a lungo cercata di come le stelle producano l'energia che poi irradiano sotto forma di luce, raggi ultravioletti, raggi infrarossi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Di quegli anni sono anche le scoperte delle stelle nane bianche, delle supernove e l'ipotesi avanzata da Robert Oppenheimer dell'esistenza delle stelle di neutroni. Al 1932 risalgono la prima ricezione di onde radio al centro della Via Lattea e la nascita della radioastronomia, che si svilupperà solo dopo la fine della guerra e permetterà l'identificazione della struttura al centro della Via Lattea e tante altre scoperte fondamentali. Ed è degli anni Venti la scoperta che tutte le galassie si allontanano una dall'altra, e che la velocità di allontanamento cresce con la distanza: questo significa che l'Universo si espande. Erano pochissimi a quell'epoca, gli scenziati che si occupavano di cosmologia, cioè di capire com'è nato l'Universo e come si è evoluto nelle sue primissime fasi, per dare origine a quello che oggi osserviamo.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Sasso Marconi </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">contatti biblioteca: 051/840872 - <a href="mailto:biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it">biblioteca@sassomarconi.provincia.bologna.it</a> </div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-91466512482786527322011-10-15T04:44:00.000-07:002011-10-15T04:44:59.306-07:00ninguno de los grandes banquetes descritos por la literatura barroca<strong>brano di Los mares del Sur </strong>(I mari del Sud) di Manuel Vàzquez Montalbàn<br />
<br />
<span style="font-family: Calisto MT; font-size: small;"><span style="font-family: Calisto MT; font-size: small;"><div align="left">»Me aterra que la posibilidad de gozar de la vida desaparezca. No sólo es cuestión de dinero, aunque lo es. </div><div align="left">Cuando era niño descubrí qué es la felicidad, qué es el gozo, gracias a ron pedazo de calabaza y una rodaja de</div><div align="left">salchichón. ¿Ha leído usted Cuore, de D’Amicis? Hoy es un libro pedagógicamente impresentable, pero form;i</div><div align="left">parte de la educación sentimental de mi generación y probablemente de la suya. Recuerdo una escena., urna.</div><div align="left">excursión campestre de Enrico, el chico protagonista, con otros compañeros de clase y entre ellos Procusa, el hijo</div><div align="left">de un albañil. Es precisamente el padre de Procusa quien les lleva de excursión y en un momento se ponen a</div><div align="left">comer y les da una rodaja de calabaza con salami por encuna. ¿Qué le parece? Es una maravilla. Es la alegría de</div><div align="left">la naturaleza y de la comida espontánea. Literaria.mente no hay otro acto de comer tan hermoso hasta</div><div align="left">Hernirigway. En Al otro lado del río y entre los árboles cuenta simplemente la comida de un pescador consistente</div><div align="left">en una lata de judías con tocino que guisa en una hoguera al lado del río. Junto a la comida de Cuore a la de</div><div align="left">Hemingway no puede situarse ninguno de los grandes banquetes descritos por la literatura barroca. Pues bien.</div>Estas posibilidades de gozo desaparecerán. Los astros no mienten. Todo nos lleva a la muerte y a la extinción.</span></span><br />
<div style="text-align: right;">traduzione di Hado Lyria</div><div style="text-align: right;"><br />
</div><div style="text-align: right;">"<em>Mi terrorizza che scompaia la possibilità di godersi la vita. Non è solo questione di denaro, anche se lo è. Da bambino ho scoperto cosa siano la felicità e il piacere, grazie a una foglia di zucca e un salsicciotto. Ha mai letto <strong>Cuore</strong> di De Amicis? Oggi è un libro pedagogicamente impresentabile, ma fa parte dell'educazione sentimentale della mia generazione e probabilmente della sua. Ricordo una scena, una gita in campagna di Enrico, il ragazzino protagonista, con altri compagni di classe tra cui Coretti, il figlio di un muratore. E' per l'appunto il padre di Coretti a portarli in gita e offre loro dei salsicciotti su una foglia di zucca. Che gliene pare? E' una meraviglia. E' la gioia della natura e del mangiare spontaneo. Fino a Hemingway non ritroviamo nella letteratura un'altra scena altrettanto bella su un pasto. In <strong>Di là dal fiume tra gli alberi</strong> racconta con semplicità quello di un pescatore consistente in una scatola di fagioli con pancetta che si cucina su un falò sul greto di un fiume. I grandi banchetti della letteratura barocca non sono paragonabili ai pasti descritti da Cuore e da Hemingway. Ebbene. Queste possibilità di godimento stanno per scomparire. Gli astri non mentono. Tutto ci porta alla morte e all'estinzione.</em>"<em> </em></div><div style="text-align: right;"><br />
</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">pubblicata su I mari del Sud</div><div style="text-align: left;">Feltrinelli nel 2002 <br />
(prima edizione 1979)</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com"><span style="color: #993300;">irtondo@hotmail.com</span></a></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-33926756957387706382011-09-30T13:41:00.000-07:002011-09-30T13:45:13.101-07:00Egon Schiele - Die Familie<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><strong><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">Egon Schiele - Die Familie</span></strong> (1918) Wien. Osterreichische Galerie<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz1nmEmBoclu_mi4koehMpAxg78rpNsnzk-98BZQwcnRlWlUeG5hkYAMJIh7aofXg4O40N7inK4J-F4uSSk0BZer975oCrg0V7KZvViGh9WbrcpbX_GK3bhBaYy3DdAJeJ97Qj8s4JjrTD/s1600/Die+Familie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="298" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz1nmEmBoclu_mi4koehMpAxg78rpNsnzk-98BZQwcnRlWlUeG5hkYAMJIh7aofXg4O40N7inK4J-F4uSSk0BZer975oCrg0V7KZvViGh9WbrcpbX_GK3bhBaYy3DdAJeJ97Qj8s4JjrTD/s320/Die+Familie.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 47 del ART Dossier (ed GIUNTI):</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Anche in quest'opera non c'è spazio per la felicità e l'idillio, sui corpi accosciati pesa l'immanenza di un destino accettato: ognuno dentro l'altro come in un gioco di scatole cinesi, eppure separati dall'incomunicabilità della propria ansia e dalla diversa direzione dello sguardo. Nel buio di una camera che nessun sole potrà mai rischiarare non c'è ribellione, né panico, c'è attesa: la vigilanza ansiosa dell'uomo, il rassegnato legame con la terra della donna, l'innocenza del bambino. Grava sul dipinto l'amara consapevolezza della sconfitta, un'oppressione di piombo, quasi il presagio di una catena funesta: quando muore, pochi mesi dopo, Edith ha in grembo un figlio che non vedrà mai la luce ed Egon Schiele non le sopravvive che tre giorni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-24730085171593654202011-09-30T13:23:00.000-07:002011-09-30T13:23:45.046-07:00Countdown to War<strong>Countdown to War (</strong>it. Sull'orlo del precipizio<strong>)</strong> di Richard Overy (2011) Feltrinelli prima edizione 2009<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS2ezZGmlAE-GrRs5AgKI3ejKN5Sf88dgZIQk9jIKC61dF9xYNks4RXFDbx7C8qfNSyDJou5a_2zn2_cTqiIG7b2yuRjdfQ6yLIsUmkpl9L1awR6EhV3GGtppHd9BVuUiFnFsPtm_S_pUU/s1600/image_book.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS2ezZGmlAE-GrRs5AgKI3ejKN5Sf88dgZIQk9jIKC61dF9xYNks4RXFDbx7C8qfNSyDJou5a_2zn2_cTqiIG7b2yuRjdfQ6yLIsUmkpl9L1awR6EhV3GGtppHd9BVuUiFnFsPtm_S_pUU/s1600/image_book.jpg" /></a></div><br />
<strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Richard Overy è professore di Storia all'Università di Exeter, dopo aver insegnato al Queen's College di Cambridge e al King's College di Londra. Membro della Royal Historical Society e della british Academy, nel 2001 ha ricevuto il premio Samuel Eliot Morison per i suoi studi di scuola militare. E' autore di libri fondamentali sulla Seconda Guerra Mondiale tra cui, tradotti in italiano, Russia in guerra 1941-1945 (ed. Il Saggiatore 2000), La strada della vittoria - Perché gli alleati hanno vinto la seconda guerra mondiale (Il Mulino 2002) e Interrogatori - Come gli alleati hanno scoperto la terribile realtà del Terzo Reich (Mondadori 2002).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 98:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Il mattino del 3 settembre il dado era tratto. Nella tarda serata si era arrivati alla decisione definitiva di presentare un ultimatum a breve scadenza, e durante la notte non era successo nulla che potesse cambiare le carte in tavola. Halifax arrivò al ministero degli Esteri britannico alle dieci del mattino, ma scoprì che "<em>non c'era niente da fare</em>". Fu poi informato che Nevile Henderson aveva consegnato l'ultimatum come gli era stato detto, quindi alle 10.50 arrivò una telefonata di Dahlerus, il quale suggerì di inviare immediatamente Goring per un colloquio finale. Cadogan ha poi raccontato di aver gridato "<em>Col cavolo!</em>" allo svedese, mentre Halifax diede una risposta più ponderata, anche se il senso era uguale.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Alle undici Halifax e Cadogan si recarono a piedi fino a Downing Street per sentire gli esiti dell'ultimatum. La strada era affollata di londinesi. Nelle fotografie vediamo di solito una folla entusiasta, tutta sorrisi e Union Jack. Al numero 10, la BBC aveva improvvisato uno studio perché Chamberlain potesse rivolgersi via radio alla nazione. Alle 11.10, dieci minuti dopo la scadenza dell'ultimatum britannico, non essendo arrivate novità da Berlino, il primo ministro ordinò ai vari reparti militari di "<em>ritenersi in guerra</em>".</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-30378578395361866072011-09-30T13:00:00.000-07:002011-09-30T13:00:00.737-07:00Cronaca familiare<strong>Cronaca familiare</strong> di Vasco Pratolini (1980) Oscar Mondadori<br />
prima edizione 1960<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifxtvTOo6Xj5fDh_H-lNzztMLtBs7tULQinv5f_mtXK_90LEggKdD2Ti6_XTfgz8Kh27no80Q7Qr9orytbKsYdhllFPNdWvIe7XErqY9NlIgQi1FLgi5aM3kHnbkbwuGy7uDwRFnzrNSYL/s1600/image_book.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifxtvTOo6Xj5fDh_H-lNzztMLtBs7tULQinv5f_mtXK_90LEggKdD2Ti6_XTfgz8Kh27no80Q7Qr9orytbKsYdhllFPNdWvIe7XErqY9NlIgQi1FLgi5aM3kHnbkbwuGy7uDwRFnzrNSYL/s1600/image_book.jpg" /></a></div><br />
<strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nel 1945, mentre attendeva la stesura di <em>Cronache di poveri amanti</em>, opera che gli darà fama e pieno riconoscimento letterario, Pratolini, turbato dalla recente scomparsa del fratello, scriveva di getto un'altra ben più intima cronaca in sua memoria, alla quale dava il titolo <em>Cronaca familiare</em>. Il racconto, che è poi un "colloquio", si svolge in tre parti: l'infanzia, la giovinezza e la malattia del fratello. La figura dello scomparso è delineata con delicati, rapidi tocchi successivi; solo alla fine il ritratto sarà completo e, insieme, appariranno in piena luce i volti di tutti i comprimari.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Si trattava di materiale autobiografico ancora doloroso e incandescente, che Pratolini riuscì a costringere in una struttura narrativa che domina il sentimentalismo pur lasciando vivi il sentimento e l'autentica commozione. In questa prospettiva <em>Cronaca familiare</em> supera l'ambito esclusivamente privato e autobiografico per acquistare una dimensione di più vasto respiro sociale e letterario. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 140:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Se colpite secco e giusto a quel dato punto della mascella, anche Joe Louis piegherà le ginocchia, il suo organismo non reagirà più, avrà inizio la sua agonia di campione che durerà dieci secondi. L'agonia mortale è più lunga di quella di un boxeur che perde la cintura, ed è straziante, crudele, indicibile... Per alleviarti le pene ti facevano delle iniezioni. Un giorno, un'infermiera, giovane, graziosa, un'innocente, infilò l'ago distrattamente. La notte successiva accusasti dolore, venne il medico di turno, palpò, disse: "<em>Macché! E' un'impressione!</em>". L'impressione divenne ascesso, ti incisero, ma la tua carne stanca, segni su segni, invece di richiudersi propagò l'ascesso nella natica come lebbra... Ti dovettero fasciare pancia e torace simile a un neonato. C'era un buon motivo per sospendere ogni cura, in attesa della cicatrizzazione. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-39249174286193212922011-09-04T01:55:00.000-07:002011-09-04T01:55:50.935-07:00Reunion<strong>Reunion (</strong>it. L'amico ritrovato<strong>)</strong> di Fred Uhlman (2011) Feltrinelli prima edizione 1971<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD292YANjTveZjmazu2tj25yAlIm1akWu5qnQfVxQ8aCIpPDY9FFiM55fohiVEyMsrmbevAwtDKStLzeRBw8XSKpKQPO2waMfvKiuUOIPfELpw1CNcdZgdicWWgwY3WhanKyRkGQanBz8m/s1600/uhlm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD292YANjTveZjmazu2tj25yAlIm1akWu5qnQfVxQ8aCIpPDY9FFiM55fohiVEyMsrmbevAwtDKStLzeRBw8XSKpKQPO2waMfvKiuUOIPfELpw1CNcdZgdicWWgwY3WhanKyRkGQanBz8m/s1600/uhlm.jpg" xaa="true" /></a></div><br />
<strong>dall'introduzione di Arthur Koestler:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Dal punto di vista del formato, L'amico ritrovato non è né un romanzo né un racconto, ma una novella, forma letteraria più apprezzata sul continente che qui. Pur essendo priva della complessità strutturale e delle qualità panoramiche del romanzo, differisce dal racconto, in quanto quest'ultimo si articola generalmente intorno a un unico episodio, a un frammento di vita, mentre la novella aspira ad essere qualcosa di più completo: un romanzo in miniatura.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 48:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ricordo ancora un'accanita discussione tra mio padre e un sionista incaricato di raccogliere fondi per Israele. Mio padre detestava il sionismo, che giudicava pura follia. La pretesa di riprendersi la Palestina dopo duemila anni gli sembrava altrettanto insensata che se gli italiani avessero accampato diritti sulla Germania perché un tempo era stata occupata dai romani. Era un proposito che avrebbe provocato solo immani spargimenti di sangue, perché gli ebrei si sarebbero scontrati con tutto il mondo arabo. E comunque cosa c'entrava lui, che era nato e vissuto a Stoccarda, con Gerusalemme?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Quando il sionista accennò ad Hitler, chiedendogli se il nazismo non gli facesse paura, mio padre rispose: "<em>Per niente. Conosco la mia Germania. Non è che una malattia passeggera, qualcosa di simile al morbillo, che passerà non appena la situazione economica accennerà a migliorare. Lei crede sul serio che i compatrioti di Goethe e di Schiller, di Kant e di Beethoven, si lasceranno abbindolare da queste sciocchezze? Come osa offendere la memoria dei dodicimila ebrei che hanno dato la vita per questo paese? Fur unsere Heimat?</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-44694519749810339602011-09-04T01:32:00.000-07:002011-09-04T01:32:50.332-07:00The Iron Heel<strong>The Iron Heel (</strong>it. Il tallone di ferro<strong>)</strong> di Jack London (2010) Feltrinelli<br />
prima edizione 1907<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8lm31d__Onvyg46r-8uONGF5GbseYPmfYuvUc0ow6uJL93VrIO5BYMgiDzp74Mw1l9ZCtl1kUa_GFl4MCbocSMJLF4-5oyW28q2hDxaNXp0eWgwV8A_9aYhvu_WQfaRiin5ooJdV7jf2K/s1600/munc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8lm31d__Onvyg46r-8uONGF5GbseYPmfYuvUc0ow6uJL93VrIO5BYMgiDzp74Mw1l9ZCtl1kUa_GFl4MCbocSMJLF4-5oyW28q2hDxaNXp0eWgwV8A_9aYhvu_WQfaRiin5ooJdV7jf2K/s1600/munc.jpg" xaa="true" /></a></div><br />
<strong>dalla prefazione di Goffredo Fofi:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Il Tallone di Ferro ha assunto in più periodi la funzione di una piccola bibbia popolare del socialismo scientifico. Nell'introduzione all'edizione francese del '22, il borghese Anatole France, allora "simpatizzante" rivoluzionario, scrisse insieme a molte sciocchezze che nel 1907, quando il libro era uscito, "dei sinceri socialisti l'accusarono di gettare la paura nel partito", partito che London e sua moglie abbandonarono poco tempo dopo a causa del suo moderatismo. L'enorme successo del libro - che pare capitasse allora anche nelle mani di Mussolini e influisse non poco sulla sua formazione, tanto che egli non lo dimenticò quando fu al potere, vietandone la ristampa e la diffusione - doveva essere purtroppo consolidato dalla prima guerra mondiale. La carneficina cui si assistette, le repressioni controrivoluzionarie, la stessa rivoluzione sovietica, dimostrarono quanto London avesse invece giustamente profetizzato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 84:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Fu verso quell'epoca che cominciarono a piovere intorno a noi, fitti e reali, gli avvertimenti del futuro. Ernest aveva già espresso alcuni dubbi sul grado di prudenza di cui mio padre dava prova, ricevendo in casa socialisti e sindacalisti noti, e frequentando apertamente le loro riunioni; ma mio padre aveva riso di quelle preoccupazioni. Quanto a me imparavo molte cose conversando con i leaders e i pensatori della classe operaia. Vedevo il rovescio della medaglia. Ero sedotta dall'altruismo e dal nobile idealismo che vedevo in loro e, nello stesso tempo, ero spaventata dall'immensità del nuovo orizzonte letterario, filosofico, scientifico e sociale che mi si apriva davanti. Imparavo rapidamente, ma non abbastanza in fretta per capire sin d'allora il pericolo della nostra posizione. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-58689676367959801242011-07-24T13:36:00.000-07:002011-07-24T13:36:10.156-07:00The Sun Also Rises<strong>The Sun Also Rises (</strong>it. Fiesta<strong>)</strong> di Ernest Hemingway (1969) Mondadori<br />
prima edizione 1926<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTN1J70XGiCYJAWyq0gr4ldtpNQq6faFGNEuL3AOPiSiLwz9Vld0rwJfBBNjVHuq1wIErN5CZQTmgnIzftCCm1eI9-H3QQJ9uA2iS9frqf3uVlXRurKW4R7D7ZmRYUFdFCzP5tqp923XWz/s1600/Hemingway___Fiesta___Mondadori__01_04_2010_15_23_34_316x552_big.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTN1J70XGiCYJAWyq0gr4ldtpNQq6faFGNEuL3AOPiSiLwz9Vld0rwJfBBNjVHuq1wIErN5CZQTmgnIzftCCm1eI9-H3QQJ9uA2iS9frqf3uVlXRurKW4R7D7ZmRYUFdFCzP5tqp923XWz/s320/Hemingway___Fiesta___Mondadori__01_04_2010_15_23_34_316x552_big.jpg" t$="true" width="182" /></a></div><br />
<strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Pubblicato nel 1926, Fiesta ebbe un successo immediato, collocando Hemingway tra i più ammirati scrittori di quella che Gertrude Stein definì la "generazione perduta". Fiesta era allora un romanzo di palpitante attualità per gli ambienti che descrive (Montparnasse e la Spagna) e per i riferimenti alle burrascose inquietudini di un gruppo di emigrati internazionali. Tipico personaggio hemingwayano, Jake Barnes, il "narratore" al centro del romanzo, è un giornalista americano vittima di un'umiliante ferita di guerra. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 78/79:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Brett venne al bar.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Hello, amici.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Hello, Brett</em>" io dissi. "<em>Com'è che non sei sbronza?</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Non mi sbronzo più. Dico, offrimi un brandy and soda.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Teneva il bicchiere in mano e io vidi che Cohn la guardava a un dipresso come il suo compatriota dovette un giorno guardare la Terra Promessa. Cohn, si capisce, era molto più moderno. Ma aveva lo stesso sguardo ardente di meritoria attesa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Brett era assai ben messa. Portava un bolero di lana e una camicetta a righe, e i capelli tirati a spazzola indietro come quelli di un ragazzo. Era costruita con curve come lo scafo di uno yacht da corsa, e l'occhio non ne perdeva nessuna con quel bolero di lana.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Io dissi: "<em>Sei con della bella gente, Brett</em>".</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Non sono carini? Anche tu del resto. Dove l'hai trovata?</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Al Napolitain.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>E hai passato una bella serata?</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Oh, impagabile.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Brett rise. "<em>Fai male, Jake. Un offesa per tutti noi. Guarda là Frances, e Jo.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Questo a benefizio di Cohn.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Significa aumentare la concorrenza</em>" Brett disse. Rise ancora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Sei straordinariamente sobria</em>" dissi io.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Vero? E dire che quando si è con la gente con cui sono io si potrebbe bere con una certa sicurezza, anche.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La musica attaccò e Robert Cohn disse: "<em>Volete concedermi questo ballo, Lady Brett?</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Brett gli sorrise: "<em>Ho promesso questo ballo a Jacob</em>" e rise. "<em>Hai un accidente di nome biblico, Jake.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Quest'altro, allora?</em>" chiese Cohn.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Dobbiamo andar via</em>" Brett disse. "<em>Abbiamo un appuntamento su a Montmartre.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ballando guardai oltre la spalla di Brett e vidi Cohn che fermo al bar ancora guardava.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Hai fatto una conquista</em>" dissi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Non parliamone. Povero diavolo. Non m'ero accorta di lui prima d'ora.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Bene, suppongo che ti farà piacere averne un altro dietro.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Non dire sciocchezze.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Tu dici sciocchezze.</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Oh bene, e con questo?</em>"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">"<em>Niente</em>" dissi. Danzavamo al suono della fisarmonica e qualcuno suonava il banjo. Faceva caldo e io mi sentivo felice. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-71260367915662994032011-07-24T05:39:00.000-07:002011-07-24T05:39:58.042-07:00Una chiesa una storia: S. Romolo a Colonnata<strong>Una chiesa una storia: S. Romolo a Colonnata </strong>di Silvano Nistri (1984) Libreria Editrice Fiorentina<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6P144LoEAWOcJ646t7ESLDeOU69oiHeIzlhsbiRmAkFIMlZHeVm0HFAgcFCOGxlcE3AZydhNsRmO9YjWGseZLEa_BB1iGdVxckM7r7ltAYfiDYe89nhK5msqv6FvY-dciGPsdf3sS0e1s/s1600/nisrtrichiesa_una_storia_b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6P144LoEAWOcJ646t7ESLDeOU69oiHeIzlhsbiRmAkFIMlZHeVm0HFAgcFCOGxlcE3AZydhNsRmO9YjWGseZLEa_BB1iGdVxckM7r7ltAYfiDYe89nhK5msqv6FvY-dciGPsdf3sS0e1s/s320/nisrtrichiesa_una_storia_b.jpg" t$="true" width="202" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Fu dunque agli inizi del '43 che la marchesa Gerini Pacelli prese contatto con la congregazione di don Orione perché fosse aperto a Colonnata un specie di rifugio per ragazzi poveri. "Doveva essere un servizio di carità al paese", mi assicura il marchese Giannandrea. Colonnata cominciava già ad avere tanti immigrati e sfollati. C'erano diverse famiglie, numerose e poverissime, sistemate dal Comune in via dei Logi.</span></span></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Don Ezio Giovannini, che si trovava allora ad Ortonovo di La Spezia, fu raggiunto da un telegramma che lo convocava a Colonnata per un appuntamento con la marchesa Gerini, insieme con don Piccinini, uno dei superiori della congregazione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Al Collegino vennero assegnati i locali delle scuderie, che sarebbero stati riadattati opportunamente, e un pezzetto di terra davanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Don Ezio arrivò a Colonnata a fine maggio, anche con il compito di seguire i lavori di sistemazione e di adattamento che si conclusero a settembre, e per raccogliere iscrizioni. Don Ezio si presentava subito com'era e come sarebbe rimasto poi sempre nel ricordo della gente: un romagnolo espansivo tutto cuore, un taglio decisamente popolare (e concreto) senza vizi intellettualistici; una sanità anche fisica da montanaro.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Comunale di Calenzano </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">contatti biblioteca: 055/8833421 - <a href="mailto:biblioteca@comune.calenzano.fi.it" title="Scrivi a Biblioteca Comunale di Calenzano">biblioteca@comune.calenzano.fi.it</a></div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-17112565491822248072011-07-12T13:35:00.000-07:002011-07-12T13:39:02.111-07:00Professor Unrat<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><strong><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">Professor Unrat</span> (</strong>it. L'angelo azzurro<strong>)</strong> di Heinrich Mann (2009) Newton </div>prima edizione 1905<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNYvilpEDY3m3MJl8MQIMgrUZQ78NZc7zcLQkqndruj93rOn27FkhuH1JbpLe9y2WHh5klXtEPonokq1s5JlzFE3EUoqrW6AJFxwqB-IKr5umbtW1R9JLKXWD4Tzrxu2L6ojnPO_td9V4I/s1600/unrat.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" m$="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNYvilpEDY3m3MJl8MQIMgrUZQ78NZc7zcLQkqndruj93rOn27FkhuH1JbpLe9y2WHh5klXtEPonokq1s5JlzFE3EUoqrW6AJFxwqB-IKr5umbtW1R9JLKXWD4Tzrxu2L6ojnPO_td9V4I/s320/unrat.jpg" width="196" /></a></div><br />
<strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nella rappresentazione di questa ribellione penosa ed esasperata sta la maestria di Mann, come anche la ragione della imperitura fortuna del romanzo. A una lettura più attenta, inoltre, L'angelo azzurro rivela tutte le caratteristiche di una critica politico-sociale impietosa della decadence borghese, impersonata dal rigido e rispettabile, via via sempre più grottesco, lascivo e disperato, professore di liceo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 186:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><em>"Però che bel portafogli gonfio ha lei!"</em></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">E siccome lui restava freddo e silenzioso:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><em>"Chissà come li spende tutti questi quattrini. E non porta nemmeno anelli al dito!"</em></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><em>"Non li spendo infatti."</em></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">E spiegò senza preoccuparsi che lei capisse:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><em>"Non pago le donne, perché non voglio umiliarmi. E poi non è necessario. Come per le opere d'arte, per le quali darei Dio sa quanto. Ma le si possiede mai veramente? Se ne vede una in un negozio, e ci si porta via un sogno. E poi si torna indietro a comprarla? Che cosa si compra? Il desiderio non ha bisogno di denaro, e il suo appagamento non lo merita."</em></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">E distolse lo sguardo dal suo portafogli, con un'espressione crucciata. E subito tradusse il tutto in parole spicciole:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><em>"Voglio dire che il giorno dopo ne ho già abbastanza"</em>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La Frolich piena di rispetto, ma anche un tantino ironica nei confronti del suo idolo, disse:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><em>"Ma allora non si compera nemmeno da mangiare e da bere?"</em></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-50804427470279318262011-07-12T13:10:00.000-07:002011-07-12T13:10:38.954-07:00Sostiene Pereira<strong>Sostiene Pereira</strong> di Antonio Tabucchi (2009) Feltrinelli<br />
prima edizione 1994<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwRlBMEFnyVoELQmTIEKGaem1Q0x8YZ-sfK5WBhx52MJPNlUeyuPWScjbUuCvMJqooJP-8rlxpZd7LLcy50YWhKMNE_GqcP9yZJ2LiI5uqL3ZeW2UFwW5xXVn-VUOPbMUvfqp4QV2nB43h/s1600/Sostiene%252520Pereira_fronte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" m$="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwRlBMEFnyVoELQmTIEKGaem1Q0x8YZ-sfK5WBhx52MJPNlUeyuPWScjbUuCvMJqooJP-8rlxpZd7LLcy50YWhKMNE_GqcP9yZJ2LiI5uqL3ZeW2UFwW5xXVn-VUOPbMUvfqp4QV2nB43h/s320/Sostiene%252520Pereira_fronte.jpg" width="201" /></a></div><strong>dalla quarta di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Lisbona, un fatidico Agosto del 1938, la solitudine, il sogno, la coscienza di vivere e di scegliere, dentro la Storia. Un grande romanzo civile. Ventidue traduzioni all'estero. Una memorabile interpretazione cinematografica di Marcello Mastroianni. Una storia che continua a suscitare il fascino e la meraviglia delle opere destinate a durare nel tempo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 64/65:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Però io faccio il giornalista, replicò Pereira. E allora?, disseSilva. Allora devo essere libero, disse Pereira, e informare la gente in maniera corretta. Non vedo il nesso, disse Silva, tu non scrivi articoli di politica, ti occupi della pagina culturale. Pereira a sua volta posò la forchetta e mise i gomiti sul tavolo. Sei tu che devi starmi bene a sentire, replicò, immagina che domani muoia Marinetti, lo hai presente Marinetti? Vagamente, disse Silva. Ebbene, disse Pereira, Marinetti è una carogna, ha cominciato col cantare la guerra, ha fatto apologia delle carneficine, è un terrorista, ha salutato la marcia su Roma, Marinetti è una carogna e bisogna che io lo dica. Vai in Inghilterra, disse Silva, là potrai dirlo quanto ti pare, avrai un sacco di lettori. Vado a letto, disse, l'Inghilterra è troppo lontana.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-70626242520292429302011-06-27T14:32:00.000-07:002011-09-30T13:41:01.963-07:00Edward Hopper - Gas<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><strong><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">Edward Hopper - Gas</span></strong> (1940) New York. Museum of Modern Art<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi41C-0T4JVRYMJtV5yV03trzKta0QVoLIaPrQAg3ayRsua7QRaOpKCGh432MDZ19IO1ggyUKPQFNXbApipZJNc3O0pedPZjCu3ajrgNhknoKuJqkYR7oGGN-kCq4sNBGIkKokv0AwEIW9s/s1600/edward-hopper-gas-1940_ny-moma.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="207" i$="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi41C-0T4JVRYMJtV5yV03trzKta0QVoLIaPrQAg3ayRsua7QRaOpKCGh432MDZ19IO1ggyUKPQFNXbApipZJNc3O0pedPZjCu3ajrgNhknoKuJqkYR7oGGN-kCq4sNBGIkKokv0AwEIW9s/s320/edward-hopper-gas-1940_ny-moma.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 31 del ART Dossier (ed GIUNTI):</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">(...) esiste anche una certa tradizione critica che ha voluto vedere nella pittura di Hopper la registrazione dello squallore, della desolazione, della bruttezza dell'America; si tratta di una posizione forzata e forse anche superficiale. Dal confronto, infatti, tra le sue parole e le sue opere, emerge piuttosto un artista capace di vedere in una pompa di benzina in una strada periferica - penso al celebre <em>Gas</em>, del 1940 - o nella facciata continua che definisce una strada deserta come quella di Early Sunday Morning (1930) o perfino in un interno di albergo dimesso come Hotel Room (1931) un canto tutto americano alla vita di ogni giorno, alla vita dei singoli esseri, alle loro singole, spesso melanconiche storie, alla universale fragilità degli individui. Mai lo squallore, il degrado, l'orrore della condizione umana, quale la dipinsero tanti espressionisti, in America come in Europa, ma anche tanti regionalisti e perfino tanti pittori astratti. Casomai Hopper definisce la forza di una tradizione americana che risale fino ai solidi e pacati impianti dei dipinti di Mount e perfino di George Caleb Bingham. Una pittura che, pur nel suo radicamento culturale in una terra che imponeva una concretezza senza riscontro in Europa, aveva saputo appropriarsi dell'essenza geometrica della grande tradizione rinascimentale italiana per arrivare a realizzare icone senza tempo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-65946335042475448222011-06-27T13:31:00.000-07:002011-06-27T13:31:48.933-07:00Gramsci - Le sue idee nel nostro tempo<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><strong><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">Gramsci - Le sue idee nel nostro tempo</span></strong> a cura di Carlo Ricchini, Eugenio Manca, Luisa Melogran<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Times;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">i</span></span></span> (1987) Editrice l'Unità</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkDGfSruyC4yp5OXOHTIMglc6PSJTAXBKGr3qeNWdd8_marysYRhLnIuxLW6l6UhNtkfKckIlxtg9PtN4hxpYIkU9Kxe3xhqGLvuNRlUb5dqmtIs7II6BS7R2Ezc5V-MfXIsJlfhy7Vx0P/s1600/gram.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" i$="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkDGfSruyC4yp5OXOHTIMglc6PSJTAXBKGr3qeNWdd8_marysYRhLnIuxLW6l6UhNtkfKckIlxtg9PtN4hxpYIkU9Kxe3xhqGLvuNRlUb5dqmtIs7II6BS7R2Ezc5V-MfXIsJlfhy7Vx0P/s320/gram.jpg" width="267" /></a></div><br />
<strong>dalla prefazione (Questo libro):</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Il patrimonio che Antonio Gramsci ha lasciato all'Italia e alla sua cultura è veramente immenso. Era un patrimonio che avrebbe potuto andare disperso, date le condizioni politiche dell'Italia degli anni '30 (in pieno fascismo) e dato anche il fatto che, come è noto, Gramsci scrisse nel carcere i suoi "Quaderni". </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 148:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Sraffa visitò Gramsci nuovamente appena poté, negli anni tra il '34 e il '37, trascorsi dal prigioniero a formia e nella clinica "Quisisana" di Roma. Ma gli fu vicino sempre, ininterrottamente per tutti i dieci anni e più della sua odissea in mille modi. Gli fu vicino stimolandolo e aiutandolo nella ricerca e nell'elaborazione consegnataci poi in quel monumento della riflessione marxista e della cultura italiana che sono i <em>Quaderni dal carcere</em> di Gramsci: nelle lettere di quest'ultimo alla cognata Tatiana si trovano le testimonianze e le tracce evidenti di un intenso scambio di idee e di consigli con l'amico Piero, senza il contributo del quale, in tutti i sensi, il capo del partito comunista d'Italia non avrebbe potuto evitare "<em>l'abbruttimento intellettuale</em>", non avrebbe potuto sopravvivere intellettualmente ed esplicare il suo altissimo talento creativo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Piero gli fu nello stesso tempo vicino partecipando di tutte le sofferenze fisiche e i suoi drammi personali e famigliari, battendosi perché fosse visitato e curato, adoperandosi per ottenere la sua liberazione anche attraverso le vie più riservate e particolari (con l'aiuto dello zio, primo presidente della Corte di Cassazione) e impegnandosi in tentativi defatiganti il cui fallimento avrebbe continuato a tormentarlo ancora a decenni di distanza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-45483874878534932732011-06-26T09:51:00.000-07:002011-06-26T09:54:51.499-07:00Ireland Divided<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><strong>Ireland Divided </strong>(L'Irlanda divisa) ballata tradizionale irlandese</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Ireland divided never shall be-free, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Ireland divided calls to you and me, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">To hear her call would fill your eyes with tears, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Hear her calling, calling for volunteers.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Ireland divided never shall be free, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Ireland divided calls to you and me, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">'Twas for the call that Joe McKelvey died, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Died as a martyr, dead but shall never die.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">God Bless old Ireland every night I pray, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Keep her safe till that uncertain day, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">When her true sons can tell the wide world o'er, </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Freedom for Ireland! A Republic for evermore!</span><br />
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<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span><br />
<br />
<div style="text-align: right;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">traduzione di Alessandro Carrera</span></div><div style="text-align: right;"><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">L'Irlanda divisa non sarà mai libera,</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">L'Irlanda difisa fa appello a te e a me,</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">le sue sciagure hanno riempito i miei occhi di lacrime,</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">la sento che chiama, che invoca volontari.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Amici miei, non lo dimentichiamo, la sacra causa dell'Irlanda</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">va sostenuta contro le crudeli leggi d'Inghilterra. </span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">È </span><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">per questa causa che John mcKelvey è morto</span></span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">è morto come pensavano loro, amici miei, è morto ma</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">non morirà mai.</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Dio benedica la vecchia Irlanda giorno e notte,</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">e la guidi sicura a quel giorno ancora incerto</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">in cui tutti i suoi figli fedeli diranno al mondo intero,</span><br />
<span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">libertà per l'Irlanda! Libertà per sempre!</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><br />
</span></div></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><br />
</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">pubblicata su Avvolgetemi nella verde bandiera a cura di Benedetta Tobagi</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Le Nuvole Feltrinelli nel 2007</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: #274e13; font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><strong>libro disponibile</strong></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">per info, precisazioni o richieste: </span><a href="mailto:irtondo@hotmail.com"><span style="color: #993300; font-family: "Courier New", Courier, monospace;">irtondo@hotmail.com</span></a></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9011142690596072027.post-64464995144589497912011-06-05T02:45:00.001-07:002011-06-05T02:45:41.092-07:00The Grapes of Wrath<strong>The Grapes of Wrath (</strong>it. Furore<strong>)</strong> di John Steinbeck (2002) Gruppo Editoriale L'Espresso<br />
prima edizione 1939<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIJe2NPmhWUUoIlPHFneIaW8P4nd0sxYs7X_nYgZwmkaqMEnIEfEzpcC60PnK0bLu9ItYKBd2ofYEQZlSLJRVqqQqbstDRCGDlrdMglZhRe6wPfv95RvEre7SG-v0git-fVcUp8R0xRZEA/s1600/image_book.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" j8="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIJe2NPmhWUUoIlPHFneIaW8P4nd0sxYs7X_nYgZwmkaqMEnIEfEzpcC60PnK0bLu9ItYKBd2ofYEQZlSLJRVqqQqbstDRCGDlrdMglZhRe6wPfv95RvEre7SG-v0git-fVcUp8R0xRZEA/s1600/image_book.jpg" /></a></div><br />
<strong>dalla seconda di copertina:</strong> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Capolavoro indiscusso di John Steinbeck, punta di diamante del realismo americano, uscì nel 1939, quando le rapide conquiste del New Deal roosveltiano avevano già neutralizzato quasi tutto l'incubo della Grande Depressione. Anche per questo probabilmente, il suo successo fu enorme e immediato: quell'incubo tornava a risultare dalle pagine del libro in tutta la sua evidenza e drammaticità, ma anche inevitabilmente, coi tratti consolatori dello scampato pericolo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Eppure nel romazo di consolatorio c'è ben poco: l'odissea della famiglia Joad, una famiglia di contadini costretta dalla miseria e dalla fame a lasciare l'Oklahoma per raggiungere la lontanissima California alla ricerca angosciosa di un lavoro e di un posto dove vivere, è una vera e propria esplorazione dell'inferno: l'inferno sociale e morale di un'America stremata, in cui pochissimi profittatori accumulavano, sporche fortune grazie allo sfruttamento inumano e violento di masse sempre più grandi di agricoltori e mezzadri ridotti sul lastrico in cui ogni tentativo di ribellione veniva soffocato nel sangue da un potere che la malavita andava velocemente e massicciamente sottraendo agli organi istituzionali.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La sconfitta dei Joad e di Tom, il figlio più consapevole e coraggioso, è una sconfitta senza riscatto, che tuttavia lascia intavedere, nelle forme di spontanea e irriflessa solidarietà capaci di svilupparsi tra le vittime, la traccia ancorché labile di una speranza: esigua, certo, rischiosa e persino patetica; ma comunque ferma a testimoniare, pur dentro l'inferno, una ineliminabile possibilità di bene. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><strong>brano tratto da pagina 39:</strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">E alla fine i rappresentanti venivano al dunque. La mezzadria era un sistema che non funzionava più. Un uomo solo, sulla trattrice, ora sostituisce dodici, quattordici famiglie. Gli si dà un salario e si prende tutto il raccolto. Non c'è scampo. Doloroso, ma è così. Il mostro è malato: qualcosa gli è accaduto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ma a furia di cotone la farete morire, la terra.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Lo sappiamo, ma prima che muoia vogliamo tutto il cotone che può darci. Poi la venderemo. C'è un mucchio di famiglie, nell'Est, che non sognano altro che comprare un pezzo di terra.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">I mezzadri alzavano gli occhi, pieni di spavento. E noialtri? Come si mangia?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Eh, a voi non resta che andarvene altrove. Viene la trattrice.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ed ora gli uomini accoccolati si rizzavano in piedi, furenti. Ma questa terra l'ha presa mio nonno agli indiani, rischiando la pelle. E mio padre c'è nato e l'ha lavorata, lottando disperato contro i serpenti e le erbacce. Poi è venuto un anno cattivo e ha dovuto ipotecare. E noialtri siamo tutti nati qui. Ecco là i nostri bambini... anche loro sono nati qui. Anche allora quando mio padre ha fatto l'ipoteca, anche allora il padrone era la banca, ma ci ha lasciati stare e ci spettava un tanto su ogni prodotto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Tutto questo lo sappiamo, ma non siamo noi, è la banca. Una banca non è mica un uomo. E neanche è un uomo il padrone di cinquantamila acri. Non è altro che il mostro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Va bene, gridavano i mezzadri, ma la terra è nostra. L'abbiamo misurata noi, dissodata noi. Siamo nati qui, qui ci hanno ucciso, qui siamo morti. Anche se non è buona, è nostra lo stesso. L'esserci nati, l'averla lavorata, l'esserci morti la fa nostra. Questo ce ne da il possesso, non una carta con dei numeri sopra.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">È doloroso, ma noi non c'entriamo. <span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">È il mostro. La banca non è un essere umano.</span></span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="color: red;"><strong>libro non disponibile </strong></span><span style="color: black;">avuto in prestito da Biblioteca Cesare Pavese di Casalecchio di Reno </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">per info, precisazioni o richieste: <a href="mailto:irtondo@hotmail.com">irtondo@hotmail.com</a> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">contatti biblioteca: 051/598300 - <a href="mailto:biblioteca@comune.casalecchio.bo.it">biblioteca@comune.casalecchio.bo.it</a></div></div>L'uomo dei librihttp://www.blogger.com/profile/11944654239983597706noreply@blogger.com0