sabato 21 maggio 2011

A gyertyák csonkig égnek

A gyertyák csonkig égnek (it. Le braci) di Sándor Márai (1998) Adelphi
prima edizione 1942



dalla seconda di copertina:
Dopo quarantun'anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili (una di quelle amicizie maschili non meno intense del rapporto tra due gemelli monozigoti), tornano ad incontrarsi in un castello ai piedi dei carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null'altro contava, per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: "Una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione". Tutto converge verso un "duello senza spade" e ben più crudele. Tra loro, nell'ombra, il fantasma di una donna. E il lettore sente la tensione salire, riga dopo riga, fino all'insostenibile, mentre scopre una prosa incalzante, nitida, senza scampo. 

brano tratto da pagina 145:
"Odio quel linguaggio melodioso e incomprensibile che permette a certe persone di comunicarsi con disinvoltura cose vaghe, insolite; a volte ho perfino l'impressione che con la musica ci si comunichi qualcosa di sconveniente, di immorale. Osserva il volto di chi ascolta la musica, vedi come si trasforma la sua espressione... (...) non avendo nessun significato definibile a parole, deve possederne uno più pericoloso, visto che riesce a commuovere così intensamente le persone accumunate non soltanto dall'orecchio musicale, ma anche dal sangue e dal destino. Non credi che sia così?"

libro disponibile
per info, precisazioni o richieste: irtondo@hotmail.com

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